Face to Face

Arte contro pregiudizio.
Face to Face
Traguardo:
€10.000

Face to face è una mostra fotografica che verrà allestita presso il Museo di Antropologia Criminale “Cesare Lombroso” e che si propone di riportare la discussione sui pregiudizi con cui guardiamo le cose, sui meccanismi sociali, culturali, biologici legati alla visione, e tutto questo proprio a partire dalle carceri da cui tutto è partito.

Cosa identifica un soggetto come delinquente? Come si distingue, se si può distinguere, chi delinque da chi non lo fa? Basta la detenzione in un carcere per tracciare un confine certo tra le persone? Cosa contribuisce a farci vedere quello che vediamo, quali griglie concettuali, o pre-concettuali usiamo per decodificare la realtà che ci circonda? Come possiamo sforzarci di tornare a “vedere” davvero chi ci sta di fronte e, di conseguenza, anche noi stessi?

Il progetto intende affrontare diversi temi di discussione, a partire dai luoghi comuni legati all’etichettamento dei “criminali” per arrivare all’analisi delle esperienze personali di ciascuno, con particolare riferimento a quelle incentrate sulla sensazione di essere stati oggetto di pregiudizio per il proprio aspetto fisico e di quelle in cui, nel guardare gli altri, ci si è ritrovati vittima dell’adagio che fosse l’abito, a fare il monaco. Face to Face porrà uno degli accenti della riflessione sul corpo, sull’immagine, sulla materia, sulla fotografia. Perché a volte è il corpo ad assumere i contorni della pena che capita in sorte, o che le persone si scelgono. Se è vero dunque che il corpo dice chi siamo, qual è la nostra storia, quale biografia informa la nostra fisiologia, cercheremo di capire come funziona l’occhio fotografico, e come si possono leggere le fotografie.

Il progetto “Face to Face” è un’iniziativa che si sviluppa su due fronti principali: uno più legato all’ambito carcerario, uno che invece affonda le sue ragioni d’esistenza nell’ambito artistico-museale. Fondamentali, in questo senso, sono le collaborazioni con le istituzioni che animano i rispettivi ambiti coinvolti. Da un lato dunque gli istituti di pena che aderiscono a questa iniziativa di carattere inter-carcerario, per il tramite delle direzioni delle case di reclusione riunite sotto il comune cappello del Ministero di Grazia e Giustizia e in particolare dell’ufficio comunicazione, dall’altro, i musei e gli istituti d’arte, con particolare riferimento al Museo di Antropologia Criminale “Cesare Lombroso”, partner attivo del progetto.

Aperto il 06/11/2017
Un progetto a cura di:
Sapori Reclusi Associazione Culturale